Quando stai attraversando una tempesta…. fa molto freddo…. il vento soffia forte… sei smarrito, hai bisogno di trovare un rifugio, un luogo caldo, al riparo dalla tempesta, un luogo di refrigerio per riprendere
le forze...
L’OASI è un luogo ove poter essere accolti, ascoltati, riscaldati e rifocillati, a volte anche guariti dalle proprie ferite, prima di proseguire nel cammino della vita; è un luogo per le persone che hanno bisogno di una relazione d’aiuto, di comprensione e di guarigione interiore.
L’OASI è un progetto che nasce grazie al disegno amoroso di Dio per le Sue creature: Dio vuole raggiungere ogni uomo e ogni donna, vuole incontrarci nel nostro vissuto quotidiano ed anche in tutto quello che proviamo e che ci fa soffrire. Lui desidera liberarci da ciò che ci tiene prigionieri e guarire le nostre ferite. Questa relazione d’aiuto, infatti, avviene grazie all’ascolto di Dio, che dona discernimento e saggezza, anche attraverso la preghiera.
L’OASI è un servizio che viene svolto gratuitamente, con competenza e riservatezza, è rivolto a chi soffre o sta attraversando un periodo difficile a causa di una depressione, dell’ansia, oppure di un trauma emozionale, a chi ha problemi di identità o di autostima, difficoltà coniugali o relazionali (familiari, professionali…), paure e angosce, ecc.
Se sei interessato, puoi prendere appuntamento per un primo incontro durante il quale potrai esporre la tua situazione ed accordarti, eventualmente, per incontri successivi.
L’OASI si trova a Castagnole Lanze, in Via XXIV Maggio 84, nella sede della Chiesa Evangelica.
Si riceve solo su appuntamento, telefonando al n. 328 2122649.
IL REGALO DIMENTICATO
Il Natale è alle porte, un altro anno sta per terminare, è momento di desideri e di propositi con la speranza che tutto possa finalmente cambiare. Perderò qualche kilo di troppo, curerò maggior mente il mio aspetto... si, finalmente acquisterò quell’auto che tanto desideravo ... e avanti così, potremmo sbizzarrirci nelle nostre letterine a “Babbo Natale”, ma poi, ahimè, passano le feste e quel senso di vuoto ritorna e ci ritroviamo di nuovo nel solito tran tran della quotidianità aspettando un altro Natale... che delusione! E’ possibile realizzare cambiamenti duraturi senza ripercorrere sempre la vecchia strada? Forse non ci rendiamo conto che la risposta ce l’abbiamo già! Accanto ai panettoni e a regali di ogni genere, c‘è un altro dono, quasi dimenticato... è prezioso, il più importante, anzi l’unico che può realmente renderci felici, un dono che Dio ci ha fattosi chiama Gesù! Attratti dalle luminarie natalizie, variopinte e piacevoli a vedersi, non ricordiamo più la potente luce e le parole dell’angelo che annunciò la venuta del Messia... “una grande gioia che tutto il popolo avrà... oggi è nato per voi un Salvatore!” E’ vero che oggi, come allora, preferiamo nasconderci nell’oscurità e fare tutto ciò che il nostro egoism o ci propone, rimanendo eternamente insoddisfatti! In realtà Gesù è più vicino a noi di quanto possiamo pensare... non è più il piccolo fanciullino debole e indifeso in una mangiatoia e non lo diventerà mai più, il Padre gli ha dato ogni potere in cielo e sulla terra! A Lui possiamo affidare la nostra vita sapendo che il solo limite ch e possiamo porgli siamo proprio noi, sono le nostre decisioni. C’è ancora speranza! Quest’anno... apri quel regalo!
MIO FIGLIO... HA UN BRUTTO CARATTERE
La scuola è cominciata... un nuovo anno ci sta davanti... La scuola ha come vocazione di offrire una conoscenza teorica, un bagaglio cultural e e, quando tutto va più che bene, un'abilità nell'esercitare una professione. Ma non possiamo aspettarci realisticamente che sia formativa a livello del saper-essere! Una scuola di qualità può contribuire a qu esto obiettivo, ma la formazione del carattere del ragazzo dipende soprattutto dal modello genitoriale. C'è chi pensa che non bisogna influenzare il bambino, bisogna lasciarlo libero di decidere per sé stesso. Certamente, ma la sua libertà può esercitarsi soltanto nella misura in cui gli forniamo dei punti di riferimento indispensabili per orientarsi. Se i genitori non s'impegnano in questo saranno altri a farlo al posto loro: il gruppo dei pari, il mondo dei media, dello spettacolo, i social, internet... La formazione del carattere è uno dei compiti più importanti per i genitori: insegnare la pazienza, il perdono, l'impegno, la perseveranza , la capacità di scegliere, sentirsi responsabili... I risultati dipenderanno molto dal nostro esempio, dalla qualità della nostra condivisione e dalla nostra capacità di integrare i valori evangelici nella vita quotidiana. Ancora una volta amo citare un proverbio del saggio Salomone: ” Inculca al fanciullo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà. ” Facciamo tesoro della sua saggezza!
SENSIBILI VERSO CHI SOFFRE
Giobbe è un personaggio biblico che viene colpito da tremende disgrazie. Tuttavia mantiene ferma la sua fede. Tre amici, considerati dei "sapienti", cercano di consolarlo facendo riferimento alla tradizione, ritenendo che la sofferenza sia la punizione di una colpa. Uno dopo l'altro pronunciano il loro discorso, al quale Giobbe risponde sostenendo la sua innocenza e rifiutando di considerare le sue sofferenze come conseguenza di un errore. Interviene un nuovo personaggio, Eliu, che con quattro discorsi cerca di dimostrare a Giobbe che il dolore aiuta l'uomo a prendere coscienza di sé e quindi ha un valore educativo. Sono certo che tutti noi possiamo condividere le parole degli amici di Giobbe: si attengono a quello che hanno imparato e che è loro stato trasmesso. Ma nessuno riesce ad avvicinarsi realmente a lui; tante parole sagge, tanta sapienza, ma nessun gesto di amore e di comprensione, nessuna empatia. Giobbe si sente solo. Questa riflessione ci spinge ad essere sensibili verso chi soffre, a non usare solo quelle che io ritengo essere parole di conforto, ma a cercare di andare incontro al reale bisogno. Anche un semplice gesto, un abbraccio o un sorriso, possono essere di grande aiuto emotivo e psicologico. A volte è molto meglio accompagnare chi soffre con un silenzio che “parla” d’amore, nessuna morale, evitando anche il nostro pesante e inadeguato “è successo anche a me…”! Un proverbio del saggio Salomone recita così: “Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza all'anima, salute alle ossa”. Facciamole nostre! Sensibili verso chi soffre Giobbe è un personaggio biblico che viene colpito da tremende disgrazie. Tuttavia mantiene ferma la sua fede. Tre amici, considerati dei "sapienti", cercano di consolarlo facendo riferimento alla tradizione, ritenendo che la sofferenza sia la punizione di una colpa. Uno dopo l'altro pronunciano il loro discorso, al quale Giobbe risponde sostenendo la sua innocenza e rifiutando di considerare le sue sofferenze come conseguenza di un errore. Interviene un nuovo personaggio, Eliu, che con quattro discorsi cerca di dimostrare a Giobbe che il dolore aiuta l'uomo a prendere coscienza di sé e quindi ha un valore educativo. Sono certo che tutti noi possiamo condividere le parole degli amici di Giobbe: si attengono a quello che hanno imparato e che è loro stato trasmesso. Ma nessuno riesce ad avvicinarsi realmente a lui; tante parole sagge, tanta sapienza, ma nessun gesto di amore e di comprensione, nessuna empatia. Giobbe si sente solo. Questa riflessione ci spinge ad essere sensibili verso chi soffre, a non usare solo quelle che io ritengo essere parole di conforto, ma a cercare di andare incontro al reale bisogno. Anche un semplice gesto, un abbraccio o un sorriso, possono essere di grande aiuto emotivo e psicologico. A volte è molto meglio accompagnare chi soffre con un silenzio che “parla” d’amore, nessuna morale, evitando anche il nostro pesante e inadeguato “è successo anche a me…”! Un proverbio del saggio Salomone recita così: “Le parole gentili sono un favo di miele; dolcezza all'anima, salute alle ossa”. Facciamole nostre!
PERDONO VERO
Perdonare non è solo una parola. Anche nell’ambito familiare, quando il male commesso o subìto è grande, come il non sentirsi amati dai propri genitori, se non addirittura rigettati, allora il perdono è un percorso che richiede tempo, ci sono dei passi da compiere che sono necessari per non ridurre il perdono a una semplice pennellata di vernice che copre le ferite profonde. In questo percorso si comincia con il tempo dove la sofferenza e i rimproveri possono essere formulati ed espressi, poi alcune cose possono essere relativizzate e ci si può ricordare delle cose belle vissute insieme ai genitori, si può guardare l'altro con più misericordia, pensando alle sue difficoltà, le ferite del cuore possono essere guarite. Il tempo del perdono vero e proprio, è l'accettazione della fetta di vita dolorosa che si è vissuta e della propria storia, insieme alla scelta di essere misericordiosi verso coloro che hanno causato questo dolore. Accettare ciò che è stato e perdonare, porta ad una grande libertà interiore! Sicuramente non posso dimenticare né cancellare ciò che è stato e che è mancato, ma posso chiedermi: come posso utilizzare tutto questo per dare un senso alla mia vita?
PERDONA LORO...
Ci sono notizie della cronaca contemporanea che ci fanno rabbrividire: un autista ubriaco che uccide un passante sulle strisce pedonali, una persona uccisa da un colpo di pistola, una bambina abusata da un amico di famiglia ... Quando leggo notizie come queste, che ormai sono all’ordine del giorno, spesso mi chiedo "E se succedesse a me, come potrei perdonare?".
A volte, leggendo o recitando il Padre Nostro, diciamo con grande facilità e senza pensarci troppo “perdona le nostre offese, come anche noi perdoniamo ...” Ricordando la Pasqua, ricordiamo anche le parole di Gesù per coloro che lo hanno crocifisso “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno”! In realtà il perdono rimane un passo che non ci è assolutamente naturale, oltre al fatto che spesso abbiamo idee confuse su ciò che esso deve essere. Il perdono può cambiare totalmente la vita di colui che lo accorda, perché lo libera dal risentimento e dal peso di ciò che è stato. Quando il male ricevuto è troppo grande, il perdono non è più una parola e basta, ma un cammino...
Dobbiamo ricordarci che siamo uomini e quindi fallibili, dobbiamo comprendere che il risentimento può darci solo un'illusione di superiorità sull'altro. Perdonare non significa "dimenticare" o “approvare", ma desiderare il bene dell’altro. Perdonare dipende al 100% da noi, non dall' atteggiamento dell'altro: la preghiera e l'esempio di Cristo sono di grande consolazione!
Oggi tutti rincorrono la pace, sembra diventata una chimera... ma la vera pace si realizza soltanto attraverso il perdono reciproco, al posto della vendetta! Molte persone sono infelici proprio a causa del non perdono... e la vendetta non rende mai felici. Vuoi vivere in pace?
Allora, perdona!
IL DONO
Il Natale ci dà l'occasione per riflettere sulla nostra esistenza. E’ un periodo di bilanci… ho realizzato i propositi che avevo fatto a inizio anno? Ho raggiunto gli obiettivi che mi ero prefissato? Oppure devo prendere atto di un ennesimo
fallimento? Nella splendida atmosfera natalizia, tra gli alberi illuminati e le vetrine dei negozi che espongono le migliori proposte per il dono appropriato, passeggiano persone insoddisfatte, vuote dentro, alla ricerca di qualcosa che doni un po' di sollievo, con l'illusione che possa durare... forse il prossimo anno sarà migliore… speriamo… e poi l’incertezza prende il sopravvento.
Il vero Natale, che ricorda la venuta di Gesù su questa Terra, vuole riempire quel vuoto, vuole sostituire quell'illusione con una certezza che diventa anche speranza per tutti noi! Un angelo annunciò ai pastori e al mondo intero, di tutti i tempi: "Oggi è nato per voi un Salvatore!" Questo è un messaggio di gioia, di pace e di serenità! Come realizzarlo? E' semplice... basta crederci!
Come diceva Blaise Pascal “Nel cuore di ogni uomo c'è un vuoto che ha la forma di Dio”. Un vuoto che solo Gesù, il dono di Dio, può veramente colmare! Questo è l’augurio per tutti noi!
SONO PICCOLO E NERO!
Ricordate Calimero, il piccolo pulcino che si sentiva rifiutato da tutti perché era "piccolo e nero"? Tante sono le persone che si sentono un po' come lui, che soffrono perché pensano di essere rifiutate perfino dai propri cari. Ogni essere umano ha bisogno di sentirsi amato, apprezzato, valorizzato; ha bisogno di sentire che è importante per qualcuno, di appartenere a qualcuno. Sentirsi rifiutati, criticati, disprezzati è doloroso per tutti, crea un gran senso di vuoto, una grande mancanza e fa sentire senza valore. Tutto questo impedisce di gioire della vita, ma può anche essere modificato. Ciò che ci dà valore e accettazione è l'amore, soprattutto l'amore incondizionato. In Dio abbiamo tutto questo. La Bibbia intera ci presenta l'iniziativa di Dio, in Gesù Cristo, di venire verso noi uomini per portarci quell'amore incondizionato, quell'accettazione e quel perdono di cui ognuno di noi ha bisogno. Dio ci ama così come siamo, senza "se" e senza "ma" e questo amore non solo riempie il nostro vuoto interiore, ma dà senso e valore alla nostra esistenza: questa è una buona notizia che può cambiare il tuo futuro!
SONO CIO' CHE SONO!
Si considera che il 90% dell e donne e il 70% degli uomini siano insoddisfatti del proprio corpo o di parti di esso. Lo specchio parla chiaro... e se dobbiamo superare la “prova costume”... La cultura della performance e il culto dell'apparenza influiscono pesantemente sullo sguardo che portiamo su di noi. Alcuni arrivano persino a pensare che se avessero dei capelli, degli occhi, delle gambe, un'altezza diversi potrebbero essere più felici, avere più successo nella vita. Così c'è chi ricorre alla chirurgi a per migliorare il proprio aspetto e sconfiggere il tempo che passa e chi rifiuta il proprio corpo, rifiutando di nutrirlo (come nel caso dell'anoressia). Spesso uno sguardo così negativo sul proprio corpo esprime una sofferenza ancora più profonda e autentica: il dolore per la mancanza di uno sguardo genitoriale amorevole, incoraggiante, fiero, tanto da far sentire il figlio valorizzato anche nel suo corpo e nella sua immagine. Se ti senti inadeguato, non all’altezza, forse devi soltanto cambiare specchio... Dio ti dice che sei stato fatto in modo stupendo... e Lui dice sempre la verità!
RESPONSABILE!
La nostra società tende a far credere alle persone che sono impotenti di fronte alle difficoltà della vita. E troppo spesso acconsentiamo a tacere, ad accettare le nuove norme, le pressioni, i dictat della moda, senza prendere coscienza del potere decisionale che è nostro. Abbiamo accettato di analizzarci per anni, per sapere se le nostre paure e angosce esistenziali erano dovute ai nostri genitori, alle circostanze, alla genetica o ad un destino sfortunato. Ecco perché molti accettano lo statuto di vittima, immaginando che qualcun altro sia il responsabile
per la loro vita, aspettando che qualcun altro ancora possa venire a liberarli dalle circostanze nelle quali si trovano. Ma non è così! Ognuno di noi è responsabile per la propria vita! Certo, non sei responsabile per ciò che ti è stato fatto durante l'infanzia, dai tuoi genitori o altre persone che avrebbero dovuto proteggerti, educarti; per i traumi subìti per abusi, incompetenza o ignoranza. MA oggi puoi fare qualcosa di bello della tua vita, puoi darle un senso attraverso la grazia e l'amore del Signore Gesù. E se non ce la fai da solo, puoi sempre chiedere aiuto.
Ricordati che tu sei un essere unico e prezioso perché Dio ti ha stimato di grande valore!
CAMBIARE
Se quest’anno siamo veramente determinati a cambiare ciò che appesantisce la nostra vita, potremmo decidere di adottare un atteggiamento di apertura, cioè rimettere in questione le abitudini, le certezze, le idee preconcette e le credenze limitanti a proposito di noi stessi e degli altri. Aprirsi all'altro, alle sue differenze, alla possibilità di essere arricchiti da lui. Possiamo aprirci alla possibilità di guardare alla storia della nostra vita con un’ottica diversa, smettendo di considerarci come vittime delle circostanze e di ripeterci che non siamo responsabili per ciò che ci manca. Oggi ognuno di noi è responsabile per le proprie azioni. Potremmo anche desiderare di modificare la strada. Ad un certo punto è necessario passare all'azione. Per cambiare occorre perseverare, ogni scopo da raggiungere, ogni cambiamento esige uno sforzo, una disciplina, compiere piccoli gesti, modificare un modo di fare, lasciare la presa di un risentimento, accordare un perdono, osare un cambiamento, magari offrire del tempo per fare volontariato. E sopra ogni cosa, desiderare di conoscere Dio sempre di più! Lui è la fonte della vita piena, dell'amore e della speranza, Lui ci aiuterà a realizzare i cambiamenti nella nostra vita!
VERSO UN NUOVO ANNO
L’atmosfera natalizia di questi giorni, per molte persone è soprattutto una fuga dai problemi della vita reale.
Tutti desideriamo poter migliorare degli aspetti della nostra vita, anche se questo a volte è difficile. Cosa possiamo fare per vivere al meglio la nostra quotidianità? Possiamo cambiare solo ciò di cui abbiamo consapevolezza. Spesso è durante una malattia grave, un lutto, un dramma personale che una persona prende coscienza di ciò che fa della sua vita e decide di cambiare, di vivere sulla base di nuovi valori, di modificare le sue relazioni e aprirsi ad una dimensione spirituale. Essere coscienti, lucidi, non è sempre facile e confortevole. È prendere contatto con le lotte interiori, i desideri inespressi, le delusioni, le nostre zone d’ombra. È rendersi conto che abbiamo bisogno della luce di Dio per fare
chiarezza sul nostro reale stato interiore. Proprio in questi giorni si festeggia la nascita di Gesù, la “luce del mondo”, che è venuto su questa terra per illuminare i nostri cuori e per portare un reale ed efficace cambiamento nelle nostre vite!
Abbiamo tutti bisogno di questa luce, del suo amore e della sua accettazione per motivarci ad un cambiamento radicale e duraturo. Si, Gesù è speranza per la nostra vita, per vivere un nuovo anno benedetto da Lui!
BUONA CONDOTTA
La scuola è ricominciata: per alcuni bambini è stato un appuntamento atteso con impazienza, per altri è stato fonte di apprensione, perché hanno difficoltà a farsi degli amici, a farsi accettare. La vita è così bella e ricca quando ci sono degli amici su cui contare!
Ma farsi degli amici non è sempre facile per diversi motivi: timidezza, cattiva immagine di sé, egocentrismo, ansia, aggressività, indifferenza... Alcuni bambini sono così concentrati su se stessi che non sanno condividere, criticano e biasimano gli altri, si vantano continuamente svalutando gli altri, per cui non attirano la simpatia dei coetanei. Come possiamo aiutarli? Quando mettiamo dei limiti ai bambini, facciamo comprendere loro che gli altri esistono, che non devono essere sempre loro a dettare le regole del gioco, che ogni tanto avranno torto e che non vinceranno sempre. Così non solo si dà loro un'educazione di qualità, ma li equipaggiamo per stabilire dei buoni contatti con gli altri.
E questo li aiuterà per tutta la vita. I limiti non devono essere intesi come limitazioni alla libertà personale, bensì come protezioni necessarie.
Facciamo nostre le parole di un proverbio del saggio Salomone: “Insegna al ragazzo la condotta che deve tenere, anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà”.
GUERRA E PACE
Le cause dei conflitti in seno alla coppia possono essere tante: i soldi, i lavori di casa, la sessualità, la separazione tra vita professionale e vita privata, le famiglie d'origine, ecc. A tutto questo si aggiunge un aspetto della vita familiare per nulla secondario: l'educazione dei figli. È normale che ognuno dei genitori abbia la sua visione personale di come i figli vadano educati, perché ognuno ha la sua storia e un suo modello. Detto questo, però, visto che nessuno ha la capacità di cambiare l'altro, la soluzione è quella di cercare di trovare un accordo che soddisfi entrambi i genitori e accettare la presenza di alcuni disaccordi. Un elemento importante è quello di ricordare il ruolo primario della figura del padre. Storicamente il padre incarnava l'autorità ed anche se negli ultimi decenni abbiamo assistito ad un suo indebolimento nella nostra società, questo ruolo rimane di fondamentale importanza. Il papà rappresenta questa "autorità virile" di cui il bambino ha bisogno per separarsi dalla fusione con la mamma. Attraverso questa figura, i figli imparano a diventare autonomi e quindi a crescere. Saggia è quella mamma che permette (e stimola, qualora fosse carente) il padre ad esercitare questo ruolo. Una coerenza d'insieme è fondamentale. “Ascolta, figlio mio, l’istruzione di tuo padre e non rifiutare l’insegnamento di tua madre”, così recita un proverbio del saggio Salomone.
STOP ALLA VIOLENZA!
Si parla continuamente di pace in questi giorni, ma la pace sembra essere un’illusione, un sogno irrealizzabile.
Nel clima di guerra che stiamo vivendo, la pace rimane un forte desiderio, mentre la violenza prende il sopravvento.
Purtroppo questo dramma viene vissuto anche in molte famiglie.
Il conflitto fa parte della vita di coppia, ma la violenza deve essere assolutamente bandita: che sia fisica, verbale o psicologica, essa non ha nessun posto in una relazione sana.
La violenza attacca profondamente la stima di sé e il rispetto e nuoce in modo profondo alla relazione.
Niente giustifica un comportamento violento e aggressivo. Per gestire bene un conflitto, bisogna evitare di provocarsi
l'uno con l'altro, fino al punto di esplodere nella violenza.
Al contrario, occorre ascoltare l'altro, esprimere i propri bisogni e sentimenti, usando "l'io" e non "il tu", perché l'io parla di sé, mentre il tu attacca l'altro, lo accusa, lo fa sentire insufficiente.
“Pace a voi!” sono state le prime parole che Gesù risorto rivolse ai suoi discepoli.
Parole di cui abbiamo bisogno noi, oggi! La Bibbia, che è la Parola di Dio ed è un libro di grande saggezza, ci invita a fare tutto ciò che è in nostro potere per vivere in pace con tutti, soprattutto con coloro che ci amano e che amiamo.
OPERAZIONE FELICITA'
Il Vangelo insiste varie volte sulla necessità di diventare come piccoli bambini e di imparare da loro.
Cosa caratterizza un piccolo bambino?
È la sua capacità di essere contento e di meravigliarsi. Si è contenti quando si gioisce del momento che si vive, senza paragoni, senza giudizio, nella meraviglia, senza inquinare tutto con i rimpianti per il passato o le paure per il futuro.
Gioire della vita è essere capaci di vedere tutte le sue piccole meraviglie, i suoi istanti privilegiati:
l’amore condiviso… lo spettacolo della natura… un buon pasto con gli amici… il sorriso di un bambino…
Gioire della vita è anche creare quelle piccole occasioni per fare del bene a se stesso e agli altri: fare un regalino come segno d'affetto, mandare un messaggio di incoraggiamento, ascoltare… La gente intorno a noi ha tanto bisogno di questi
gesti che manifestano praticamente l'amore di Dio per noi. Prendiamo il coraggio di fermarci di tanto in tanto, di riflettere e di concentrarci sulle cose veramente importanti per la nostra vita, il coraggio di “ritornar bambino” per apprezzare le cose semplici. Essere felici è una scelta, ma una scelta che tutti possiamo fare!
VICINO A NOI
Fra qualche giorno è Natale e come ogni anno al TG ci diranno che gli Italiani quest'anno, per festeggiare, spenderanno migliaia di euro tra panettoni, regali, cenone, ecc.
Ma è proprio tutto questo che renderà più felici gli Italiani? È possibile guarire l'uomo dall'esterno, creando le condizioni economiche favorevoli? Possono le ricchezze materiali, le ideologie politiche, gli sviluppi tecnologici aiutarci?
Svuotando il cielo del suo Dio, l'uomo ha pensato di poter essere in grado di stabilire una giustizia sociale.
Ma un mondo che pretende di creare da solo la sua giustizia è un mondo senza speranze! La vera, unica speranza per l'uomo di tutti i tempi è solo Dio, che ci ha amati al punto di farsi uomo tra gli uomini, in Gesù. Una speranza che non è un’utopia, né un principio astratto, ma una Persona che vuole stabilire una relazione con noi.
Le luci, i colori e la splendida atmosfera natalizia ci ricordano che questa Persona, Gesù, è vicino a noi! Lui è stato il dono più grande che l’uomo potesse ricevere!
Soltanto in Lui possiamo trovare sicurezza, amore, gioia, pace, serenità e una speranza autentica mentre navighiamo nel mare burrascoso della nostra esistenza!
Che la Sua meravigliosa luce possa risplendere su tutti noi!
NON PIU' VITTIMA!
Ognuno di noi ha la sua storia, alcuni bella, altri meno bella, altri ancora drammatica. Sicuramente nessuno di noi può cambiare un solo piccolo dettaglio del passato, ma possiamo responsabilmente incidere sul nostro presente,
impegnare le nostre energie per andare avanti con la nostra vita, prendere coscienza che ci sono più scelte possibili per affrontare la realtà.
Dobbiamo cominciare con l'accettare il nostro passato, impedirgli di controllare e avvelenare il nostro presente.
Ogni giorno, ogni nuovo mattino rappresenta una nuova possibilità, irripetibile, di cambiare qualcosa, avanzare, decidere.
Il vero potere non è un potere sugli altri, ma su noi stessi, la capacità di prendere le proprie responsabilità per cambiare.
È una qualità interiore che include sensibilità, tenerezza e compassione per noi stessi e per coloro che ci circondano.
Dobbiamo fare attenzione ai nostri pensieri, individuare quelli che sono negativi, che ci mantengono nella passività, nel pregiudizio, nella paura.
Dobbiamo fare attenzione alle nostre parole ed evitare quelle che tendono a scusarci, ad assolverci o a criticare e biasimare gli altri.
Dobbiamo perdonare noi stessi e gli altri.
Questo può accadere un passettino alla volta e con la grazia di Dio.
LA GRANDE ILLUSIONE
La vita è un'avventura piena di incognite e bisogna accettarla per quello che è: essa non è completamente nelle nostre mani. La morte esiste, a volte anche improvvisa, i drammi sopravvengono, la malattia è una possibilità, le relazioni
(anche con le persone amate) possono essere complicate e dolorose, l'amore può svanire... è sempre stato così.
Eppure oggi si è portati a credere che "dobbiamo essere felici e soddisfatti" a qualunque costo. Esiste come una sorta di tirannia dell'obbligo di una vita felice. E per arrivare a questo c'è un numero incredibile di "mezzi" e di "terapie", tutti approcci che, però, non possono rendere la felicità, non possono cancellare l'angoscia esistenziale propria a tutti gli esseri umani. Il celebre Pascal affermò che “nel cuore di ogni uomo c'è un vuoto che ha la forma di Dio e che solo Dio può riempire per mezzo del suo Figlio Gesù Cristo.” La paura della solitudine è vecchia quanto l'uomo. La maggior parte delle insoddisfazioni, delle frustrazioni, delle delusioni non hanno origine nelle circostanze, nello stress al quale tutti siamo sottoposti, bensì nelle nostre credenze limitanti, nelle dipendenze, nelle aspettative esagerate nei confronti di sé stessi e degli altri, in tutto ciò che ci tiene prigionieri e limita la nostra vita.
RINASCERE
Quando si perde all'improvviso una persona cara, si pensa a tutte le cose che avremmo potuto fare o le cose che avremmo potuto dire. Quanti rimpianti! In questo tempo di Pasqua molti pensano a coloro che hanno già lasciato questa terra e alcuni lo fanno con rimpianto, amarezza e rivolta! In realtà la Pasqua di resurrezione rappresenta una grande speranza: la vita non si ferma con la morte del corpo, c'è un'altra tappa per coloro che credono alla risurrezione. Ma se il tempo che ci è concesso è corto, come lo utilizziamo? Probabilmente tutti cerchiamo di fare il meglio possibile, consapevoli dei nostri limiti e dei nostri fallimenti. Vogliamo vivere una vita "buona" e dobbiamo ammettere che non ciriusciamo sempre. Dobbiamo chiedere perdono a Dio per gli errori commessi e perdonare gli altri per il male che ci hanno fatto e, in questa libertà ritrovata che accorda il perdono, vivere l'oggi con tutto ciò che ci offre. In questi giorni in cui si ricorda la Pasqua, cioè la vittoria della vita sulla morte di Gesù, morto per l'umanità e che Dio ha risuscitato, molte sono le persone infelici, lontane da questa speranza. Pensiamo anche a loro e a come condividere con essi la pace con Dio e la gioia di essere in vita!
POSSO CAMBIARE?
Smettere di fumare, perdere peso, cambiare lavoro, uscire dalla passività... con l'inizio dell'anno nuovo facciamo buoni propositi e prendiamo buone decisioni che poi si sgonfiano dopo una settimana o due.
Cosa possiamo fare per motivarci al cambiamento?
Sicuramente non siamo responsabili di tutto ciò che ci succede, però siamo responsabili della risposta, del comportamento che assumiamo, di fronte alle difficoltà. Alcune persone hanno avuto veramente un'infanzia terribile, eppure sono riuscite a dare un senso alla loro vita, a farne una realtà bella e ricca.
Ognuno di noi può identificare in se stesso una capacità, un talento che potrebbe coltivare per arricchire la sua vita e quella degli altri.
Smettiamo di pensare a ciò che non è stato nella nostra vita, perché non possiamo modificare niente di ciò che è passato. Cambiare i nostri pensieri e il modo di vedere la realtà, cambia la nostra vita. Diciamo a noi stessi che abbiamo valore.
Dio lo afferma ed è proprio il suo amore a darci valore e dignità e questo dovrebbe motivarci a non sprecare le nostre energie nei rimpianti.
Facciamo nostre le parole dell’apostolo Paolo “…dimenticando le cose che stanno dietro e protendendomi verso quelle che stanno davanti, corro verso la meta”.
LA BUONA NOTIZIA
Ci stiamo avvicinando al Natale, quest'anno sarà senz'altro un Natale diverso, con limitazioni nei festeggiamenti, nei pranzi, nello scambio di regali... c'è paura, confusione, incertezza... in questo clima è ancora possibile essere felici?
E' difficile rispondere di sì, forse perché abbiamo perso di vista il vero messaggio del Natale!
L'angelo che annuncio la nascita di Gesù parlò di una "buona notizia": una "grande gioia" per tutto il popolo per la nascita del Salvatore e "pace in terra agli uomini che Egli gradisce"!
Spesso, invece, ci accontentiamo di una felicità effimera e di una pace traballante!
Immaginate che Gesù si inviti a casa vostra per il pranzo di Natale... che disagio!
E più facile vedere il piccolo Gesù in porcellana nel presepe: non reca alcun disturbo, non è esigente, non si fa sentire. Il vero Gesù è terribilmente ingombrante: è per questo motivo che gia i suoi concittadini si sbarazzarono di Lui. E noi?
Alcuni pensano " se avessi vissuto quella notte di Natale, avrei potuto toccare, vedere, accogliere Gesu", ma non dimentichiamo che, all'epoca, pochi lo hanno riconosciuto, amato, accettato e, comunque, quella notte nessuno lo ha accolto. Non dimentichiamo mai che solo Gesù ha abitato tra noi per portarci vero amore, vera gioia e vera pace!
VORREI ESSERE...
"Vorrei essere un po' meno collerico, meno suscettibile , più severo, più gioioso, meno insicuro... "C'è sempre qualcosa che vorremmo cambiare in noi. Tutti abbiamo la capacità di cambiare, anche se il percorso non è sempre facile. Le abitudini prese, l'educazione ricevuta, a volte le brutte esperienze hanno segnato come un "solco" dal quale non è facile uscire.
Se vogliamo veramente cambiare, dobbiamo farlo per le ragioni giuste. Non si cambia per gli altri, ma per sé stessi.
Visto che il cambiamento ci riguarda, deve essere un'iniziativa personale, anche se coloro che vivono vicino a noi ne beneficeranno. Non si cambia per sfuggire alla realtà, ma per confrontarsi con la propria
realtà. Paolo, l'apostolo, esorta ad avere un "concetto sobrio" di sé stessi, evitando
una stima troppo alta o troppo bassa. Dobbiamo avere il coraggio di guardarci allo specchio senza scuse e facili
assoluzioni, prendendo le nostre responsabilità. Non esiste fatalità o destino, ciò che ci spinge al cambiamento è la nostra volontà, l'amore di Dio per noi e il nostro per Lui e per gli altri.
A volte vale la pena di chiedere aiuto a qualcuno competente, che ci può capire e di cui ci possiamo fidare.
ME NE LAVO LE MANI
Essere solidali con le sofferenze degli altri, essere attenti ai loro bisogni è una manifestazione della compassione.
Essere attenti all'altro, toccati da ciò che vive, richiede una qualità d'ascolto, una presenza un interesse eccezionali, perché non ci sono naturali.
Tutte qualità che si possono imparare e che si esercitano stando a contatto con genitori ed educatori che insegnano e vivono tali valori. L'evangelista Matteo racconta di un personaggio vissuto circa 2000 anni fa, Ponzio Pilato, diventato famoso per essere poco incline a mettersi sulle spalle il peso altrui.
Quest’uomo si fece portare un recipiente pieno d'acqua e diede vita all'espressione "lavarsene le mani!", affermando che lui era innocente. In realtà innocente non lo era proprio, piuttosto in quel momento era un vile, un testimone passivo, uno spettatore della più grande ingiustizia della storia dell'uomo.
E noi? Quali scelte operiamo di fronte alle ingiustizie piccole e grandi che sono sotto i nostri occhi?
Le nostre scelte, le nostre decisioni fanno una differenza e possono essere il segno evidente della nostra compassione o della nostra indifferenza. Ecco ciò che ogni bambino e ogni adulto dovrebbe sapere!
IL VALORE DELLE COSE
Tutto si è fermato, alcune nostre abitudini hanno subito un arresto improvviso, ciò che solo qualche tempo fa era normale, ora è addirittura vietato. Troppa calma, silenzio, forse non siamo più abituati… Il Coronavirus ci ha fermati!
Forse avevamo bisogno di fermarci, di guardarci dentro, di riscoprire quei valori che avevamo perso di vista nella nostra vita frenetica che non ci dava un attimo di respiro. Rimaneva poco tempo per coltivare gli affetti, ora possiamo riscoprire il bene prezioso della famiglia ed apprezzare chi vive accanto a noi, forse adesso riusciamo a vedere le cose veramente importanti per la nostra vita!
Gesù un giorno fu ospitato in casa di due sorelle. Solo una lo accolse dedicandogli tempo e attenzione, l’altra invece era distratta dai lavori domestici e giudicava negativamente la sorella che stava “perdendo tempo”: Lui reputò che la donna che gli aveva dedicato del tempo stesse facendo la cosa giusta!
Anche noi, presi dalle nostre cose, rischiamo di trascurare l’intimità con Gesù! Lui è morto su una croce ed è risorto per donarci la vera pace e ravvivare la nostra speranza nei momenti difficili, per aiutarci a riscoprire il vero valore delle cose! Buona Pasqua!
LA FELICITA'
Ancora una volta, il 31 dicembre, a mezzanotte, milioni di persone si sono augurate un buono e felice anno nuovo. Ma se si domandasse loro cos'è un felice anno, la maggior parte evocherebbe delle circostanze esterne: avere la salute, non dover affrontare un lutto, un divorzio o la perdita del lavoro….
Certo, sono tutte cose importanti. Eppure molte persone hanno già tutto questo e non sono felici. Il fatto che noi viviamo in un paese privilegiato non cambia lo stato delle cose, il numero delle depressioni e dei suicidi aumenta, anche tra giovani adolescenti. La felicità non dipende da qualcosa che ci succede oppure no, ma dal nostro modo di vivere, di vedere la nostra esistenza. Dipende da ciò che c'è nel nostro cuore.
Non dipende tanto da ciò che abbiamo, ma da ciò che siamo e da ciò che scegliamo. Prendiamo del tempo per riflettere su ciò che abita il nostro cuore, sulle priorità della nostra vita, sullo scopo della nostra esistenza. Fermiamoci per riconsiderare il nostro rapporto con Dio: Lui è la sola sorgente di vita, in grado di donare vera pace e vera gioia!